-- Le Isole Vergini Britanniche, un Belvedere incantato - Viagginsieme

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ISOLE VERGINI BRITANNICHE: UN BELVEDERE INCANTATO
--- Gulliver ----

Isole Vergini Britanniche, 60 schegge di che estasiarsi: le spiagge "polinesiane" di Anegada, le foreste tropicali di Guana, gli approdi per velisti di Marina Cay . . . un arcipelago di meraviglie! Vergini apparvero a Cristoforo Colombo quando le scoprì nel suo secondo viaggio, e tali restarono ai suoi occhi, perché su quelle isole non scese mai a terra. Vergini, aggettivo di cui si fregiano tante isole del mondo, è per le British Virgin islands, da quel lontano 1493, il nome proprio. E vergini lo sono rimaste in gran parte fino a oggi, perché una strategia lungimirante ha voluto che il turismo si sincronizzasse con le priorità della natura. British è il carattere che la Corona Inglese gli ha lasciato quale eredità di una lunga stagione coloniale: erano le perle dei Caraibi di Sua Maestà Britannica fino a quando, negli anni ‘70, le isole ottennero un'ampia autonomia. Un arcipelago che nello scenario dei Caraibi si distingue per una particolarità che lo rende unico. Sessanta tra isole ed isolotti dal profilo esuberante e dalle forme dolci: a vederle dal mare, così intensamente verdi, sembrano colline della Cornovaglia trasferite ai tropici. In certi punti, sembrano però isole mediterranee, così piene di estuari e insenature, come la splendida isola di Guana, con un relais ex casa di un colono, dipinta a bianco calce con le persiane azzurre; un colpo d'occhio che se non fosse per le palme e i tamarindi sembrerebbe un angolo di Grecia. Delle coste dai contorni imprevedibili se ne accorsero i corsari che imperversavano in quei mari: le concavità di quelle isole sembravano fatte per offrire sicuro nascondiglio ai vascelli in attesa di una scorreria. Offrivano infiniti covi per sparire dal mondo. E Sir Francis Drake , il bucaniere più temuto, li conosceva bene. Si può sparire dal mondo anche oggi nel dedalo delle British Virgin Island: due sole isole abitate; altre due con minuscoli villaggi. Il resto sa di paradiso. Non per i trascorsi già citati, perché sarebbe una mistificazione descrivere le Vergini come memoria viva di quell'epoca ammantata di romanzo. Inutile cercare di sovrapporre agli scenari d'oggi, qualcosa che non ha lasciato segni. Nessun indizio condurrà al retaggio dell'Isola di Norman: profilo di granito, piante di cactus e bush impenetrabile. Eppure la scelse Robert Louis Stevenson per dare un corrispettivo vero a "L'isola del tesoro", frutto della sua più celebre invenzione letteraria. Perché dunque, l'arcipelago delle British Virgin Island, conosciuto ormai nell'acronimo BVI, non ha mai indugiato sulle chimere dell'immaginario per chiamare attenzione su di sé ? Risponde alla domanda la sua natura intatta, che come tale può vivere di vita propria. Non si è vergini per caso. Sorvolando l'arcipelago appare un mondo, di terra e di mare, che sembra appena nato. Che può fare a meno della retorica; che non ha bisogno di appellarsi alle leggende; e che alle facili atmosfere da Caribe, oppone una distaccata bellezza. Aplomb inglese e un'anima selvaggia: una commistione speciale. E vincente. RoadTown, capitale di Tortola e delle Vergini, è una cittadina di case ordinate e policrome, affacciata sul Sir Francis Drake Channel, immenso specchio d'acqua che corre longitudinale a molte delle isole dell'arcipelago. Da Tortola e dai numerosi "marina" sparsi nell'isola e nella vicina Virgin Gorda, salpano ogni giorno decine di barche da crociera, perché questo per veleggiare è il luogo preferito dei Caraibi. Nessun altro offre così tanti approdi differenti, a portata di brevissime navigazioni l'uno dagli altri. Alcuni poi, si raggiungono anche coi ferry beach, così che non si debbano perdere certi angoli belli da rifarsi gli occhi, se pure si è scelto di soggiornare in terraferma. Un concetto questo, tutto relativo quando si tratta dell'unico resort di isolette come Peter Island o Jost Van Dyke: solo bungalow pieds-dans-l'eau, e intorno le acrobazie instancabili dei pellicani a caccia di sardine. Solitudini che non si dimenticano se si approda nelle isole più piccole: Green Cay, Sandy Cay, oppure Eustasia Island che emerge dai fondali celesti del North Sound a Virgin Corda. La "Vergine Grassa" abbonda però di altre meraviglie: Savannah Bay, è la selvaggia spiaggia disposta su un istmo lunghissimo, ma è The Baths, quella che giustifica l'ardito appellativo di quest'isola. Al sud estremo l'isola esplode in giganti formosità granitiche: la spiaggia scompare e ricompare interrotta dalle rocce immense e levigate, e tra esse il mare cerca il suo spazio naturale formando improvvise piscine naturali. Trasgressione pura rispetto alle regole geologiche, indigestione di bellezza, sovvertimento dell'idea di gravità, di misura, di equilibrio. Soprattutto se si pensa alla seconda delle follie geografiche di cui le Vergini sono protagoniste. L'altra scheggia impazzita è l'esatto contrario di quelle generose curve: è la sottilissima Anegada. Tanto lunga, 20 chilometri, quanto esile: altezza fuori tutto, un metro e mezzo. E lo scenario più polinesiano delle Antille, tanto più che a circondare l'isola quasi per intero è una vasta laguna corallina rosa. Situata 15 miglia a nordovest di Virgin Gorda, è come perduta nell'Atlantic side dell'arcipelago. Una piattaforma di sabbia che è corallo frantumato, con al centro un unico villaggio, Settlement, dove vivono non più di cento anime. I laghi salmastri di alcune aree interne diventano intensamente rosa quando la sera i fenicotteri si schierano a mezz'acqua. Nulla li disturba se non il piccolo aeroplano quando arriva da Tortola che, prima di atterrare sulla pista, li sorvola a bassa quota. Ma chi atterra sul nulla di sabbia e di lagune di Anegada ? Arriva chi ha saputo che su questa terra effimera esiste il Reef Hotel, una guest-house che sembra spuntare dai bassi fondali della costa sottovento. Al Reef Hotel i proprietari sono pescatori di aragoste da generazioni: ogni giorno dalle grandi nasse che recuperano a poca distanza dalla spiaggia, ne riversano centinaia sul pontile. Rare le barche che entrano nella laguna di Anegada a sfidare l'insidia dei micidiali banchi di corallo del Horseshoe Reef: una sola stretta pass è navigabile e conduce fino a riva, dopo un percorso a ostacoli. Non è un caso che i fondali di Anegada custodiscano decine di relitti: quando non c'erano strumenti di navigazione, i velieri si accorgevano dell'isola quando ormai era troppo tardi. A guardarla dal mare controluce, non si vede un'isola, ma un barlume di bianco, che potrebbe essere il riverbero del mare, e non già la candida sabbia di un'immensa riva. Sono ancora inesplorati i relitti di Anegada, dato che non è mai esistito un centro di immersioni. L'attrazione sottomarina delle Vergini è altrove, nelle acque di Salt Island. Fondali di un blu intenso e nessun pericolo intorno all'isola: in effetti il bastimento a vapore che giace sul fondale fu sorpreso dall'uragano mentre nel 1867 faceva servizio postale tra le Vergini e l'Inghilterra. Era il Rhone che univa la colonia al Vecchio Mondo. Ora è casa di cernie, razze e fauna corallina: quel che la natura toglie, prima o poi, in qualche modo, lo restituisce a nuova vita.

DA SAPERE
Territorio britannico d'Oltremare, retto da un Governatore della Corona, le BVI sono nel nord delle Antille, 150 km a est di Portorico. Sessanta isole in tutto, hanno una superficie totale di 153 km quadrati. Capoluogo è Road Town, sull'isola di Tortola. L’altra cittadina è SpanishTown, su Virgin Corda. Totale, ventimila abitanti con clima tropicale, secco e ventilato tra dicembre e maggio. La stagione più umida termina a settembre.
Documenti: passaporto valido per almeno sei mesi.
Valuta: dollaro Usa.
Fuso Orario: Cinque ore in meno rispetto all'Italia.
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